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§BLOG TOUR§ Le opere all'interno di "La vita invisibile di Addie la Rue"

Buonasera miei lettori, come state? Finalmente sta arrivando Dicembre e anche se queste festività saranno diverse, meno serene, ciò che è importante è preservare la nostra salute e cercare di essere vicini con il cuore. Io ho già iniziato a fare i primi regali di Natale e devo dirmi molto soddisfatta: aiutiamo chi in questo momento, come i commercianti, stanno risentendo del periodo, ma non dimentichiamo che la nostra salute è fondamentale, che non è saggio chiudersi nei negozi pieni di gente e aggravare la situazione, già allo stremo.


A proposito di regali, i libri sono sempre un ottimo dono per chi vuole perdersi tra le pagine di un buon romanzo: io vi ho già consigliato, nella recensione di alcuni giorni fa, il nuovo libro di Victoria Schwab intitolato "LA VITA INVISIBILE DI ADDIE LA RUE" edito Mondadori. Io ho già manifestato il mio entusiasmo per questo romanzo e le mie parole spero che vi abbiano incuriosito; oggi, però, voglio approfondire la tematica che mi è stata assegnata per il Blog Tour. Siete pronti?

§ Ringrazio la casa editrice per avermi dato questa possibilità e un ringraziamento speciale va a Ylenia che riesce sempre a organizzare degli eventi molto interessanti §


Le opere d'arte all'interno del romanzo


All'interno del romanzo si possono vedere, per ciascuna delle parti in cui è diviso, un un insieme di 7 opere d'arte, che ripercorrono quella che è la storia raccontata all'interno dello stesso. Anche in questo caso, come all'interno della narrazione, vediamo che vi è un ripetersi del numero 7 che ha una forte simbologia: queso tema verrà approfondito domani nel blog "La lettrice sulle nuvole".


La stessa protagonista, Adeline, in varie occasioni afferma di non poter vivere senza alcune forme di arte, che definiscono il passaggio dei massimi esponenti artistici nella Terra: se ci pensiamo, la musica, la pittura, la scultura ecc... ci permettono di associare queste espressioni artistiche a uomini che sono realmente esistiti, che non verranno dimenticati. Forse la necessità della stessa Adeline di vivere di arte è sinonimo di voler ricordare, di non scendere in una forma di oblio, come accade in seguito alla richiesta di immortalità.


La prima opera che troviamo nella parte intitolata "Gli dei in ascolto dopo il tramonto" si chiama "Revenir" ed è dell'artista Arlo Miret prodotta tra il 1721 e il 1722.

Ubicata all'interno del Musèe D'Orsay in Francia, si presenta come un'opera costruita in due diversi materiali: legno e marmo.


Si tratta di un'opera che in realtà non esiste, come il suo presunto autore, e con la sua denominazione, Revenir che viene tradotto come "ritorno", si può interpretare l'intenzione dell'autrice del romanzo di portare Adeline, protagonista della storia, a ricordare, ritornare al suo passato.


Seconda opera, assolutamente inedita, viene denominata "One Forgotten Night" e racchiusa nella parte chiamata "L'ora più buia della notte" di Samantha Benning e che si trova nella Lisette Price Gallery a New York.

Dipinto su tela, che si presenta come un'opera monocromatica e che si "muove" su colori come nero, grigio e tinte carbone.


Interessante in merito a questa rappresentazione è vedere come, ancora una volta, viene inserito un elemento riconducibile al numero 7.

le macchie bianche su sfondo nero (anche se percepibili solo sei)



Proseguendo nella lettura del romanzo troviamo una terza opera, questa volta letteraria, denominata "Untitled Salon Sketch" creata Bernard Rodel e inserita nella parte intitolata "Trecento anni... e tre parole".

Si tratta di un libro in pergamena che viene collocato in una sezione della British Library e che crea un connubio tra parole e disegni, realizzati dallo stesso autore.

All'interno dello stesso, si vede un trio maschile, formato da Rousseau, Voltaire e Diderot; ma abbiamo anche un interessante trio femminile: Madame Geoffrin, Suzanne Necker e, infine, una donna di cui il nome risulta sconosciuto.


A circa metà del romanzo troviamo una scultura realizzata in diversi materiali fusi tra loro: ferro, alluminio e vetro.


Il suo nome è "Open to love", realizzata nel 2011 e che vede la collaborazione tra Muriel Strauss, l'ideatrice, e Lance Harringer, che l'ha realizzato.


E' un'opera interattiva, che è stata pensata come un esperimento per il visitatore che utilizza, su sua scelta, un liquido che dovrà versare all'interno del cuore forato. A seconda del livello di viscosità del liquido scelto, questi avranno diversi tempi in cui scivoleranno: quasi a voler svuotare il proprio cuore, da ciò che fa male.


Quinta forma artistica, inserita per volere della Schwab all'interno del romanzo, è un bozzetto realizzato a matita del formato 20x35 cm, che vuole rappresentare una donna sotto le coperte che ha una particolarità: 7 lentiggini sulle guance.

Il suo nome è "Ho portato le stelle" a letto realizzato da Matteo Renatti tra il 1806 e il 1808 e inserito nella quinta parte del romanzo "L'ombra che sorrise e la ragazza ricambiò".


Tra le espressioni artistiche inserite dall'autrice non poteva mancare l'espressione più importante: la musica, dolce melodia che accompagna le nostre giornate, che esalta le esperienze della vita. La scrittrice ha deciso di inserirla nella penultima parte intitolata "Non fingere che sia amore".


"Dream Girl" è il titolo di questa melodia, rappresentata con uno spartito musicale, composta da Toby Marsh nel 2014.


Considerata la canzone che ha dato avvio alla carriera del giovane autore, questa è stata scritta, a detta del compositore, grazie all'ispirazione ricevuta durante le ore di sonno.


"Mi svegliavo con le battute musicali in testa"




La Schwab ha inserito un'ultima espressione artistica che preferisco non svelarvi, per l'importanza che ha, non solo l'opera in sé, ma soprattutto colui che l'ha realizzato. Per scoprirla non vi resta che leggere il romanzo e dare una vostra personale interpretazione di queste 7 opere...

Io vi invito a continuare a seguire questo blog tour in quanto riuscirete a conoscere meglio questo romanzo attraverso diversi punti di vista.











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