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§BLOG TOUR§ RECENSIONE "NON SPRECARE IL TEMPO, NON SPRECARE L'AMORE" di Ann Napolitano

  • lastanzadeilibri
  • 14 mag 2020
  • Tempo di lettura: 4 min

Buongiorno, benvenuti alla mia recensione di "Non sprecare il tempo, no sprecare l'amore" di Ann Napolitano ed edito Mondadori.

Ieri vi ho anticipato qualcosa attraverso la mia tappa; oggi è arrivato il momento di parlarvi di questo libro e di dirvi cosa ne penso e quali sensazioni, positive o negative, ho provato durante la lettura.


Vi ricordo che la data di uscita di questo libro è il 19 MAGGIO, quindi prendete la vostra lista wishlist e se siete convinti segnate questo titolo.


Titolo: Non sprecare il tempo, non sprecare l'amore

Autore: Ann Napolitano

Editore: Mondadori

Pagine: 324

Genere: Narrativa contemporanea

Link d'acquisto: clicca qui

TRAMA:

È una mattina d’estate quando Edward Adler, dodici anni, suo fratello e i suoi genitori partono dall’aeroporto di Newark per raggiungere Los Angeles, dove li attende una nuova vita. Tra i 187 passeggeri ci sono una giovane promessa di Wall Street, una ragazza che ha appena scoperto di essere incinta, un veterano di ritorno dall’Afghanistan, un anziano tycoon della finanza e una donna che sta scappando da un marito opprimente.

Le loro vite, come spesso capita in queste occasioni, iniziano a entrare in contatto.


Ma il volo su cui viaggiano non arriverà mai a destinazione e il piccolo Edward sarà l’unico sopravvissuto al disastro.


“Caro Edward…” Iniziano così le e-mail e le lettere che persone da tutto il paese inviano all’indirizzo dei suoi zii, dove “il ragazzo miracolato” – come lo definisce la stampa – è andato ad abitare. La sua storia cattura l’interesse di un’intera nazione mentre Edward combatte per stare al mondo senza la sua famiglia. Una parte di lui è rimasta in cielo, con i suoi compagni di viaggio.

Con una forza emotiva e una profondità dirompenti, Non sprecare il tempo, non sprecare l’amore è più di un grande romanzo: è una meditazione sulla vita, l’incontro con un cast di personaggi difficili da dimenticare e una riflessione sui modi sorprendenti in cui un cuore a pezzi impara ad amare di nuovo.


RECENSIONI:

inizio con il ringraziare la Mondadori ed Emanuela per avermi concesso questa meravigliosa occasione che mi ha portato non solo a leggere questo romanzo ma anche a conoscere, attraverso questa opportunità, delle splendide persone che sono state in qualche modo delle ottime compagne in questo viaggio.


Edward Adler sa bene che questo viaggio determinerà un cambiamento nella sua vita e in quella della sua famiglia: trasferirsi da New York a Las Angeles non sarà semplice e in qualche modo questo viaggio ha sconvolto la loro vita già in una fase precedente al decollo.

Ma Edward non può sapere che questo viaggio in realtà non si concluderà mai, che quell'aereo non atterrerà mai e che la sua vita e quella dei 191 passeggeri si fermerà a Denver dopo sole 7 ore dalla partenza.

Che cos'è accaduto? Perché Edward è l'unico sopravvissuto allo schianto aereo? Inizierà una nuova vita, fatta di sensi di colpa e continui eventi, che porteranno Edward a sopravvivere a ciò che gli è accaduto.


Una storia drammatica, commovente, che condurrà il lettore in un vero e proprio viaggio che gli permetterà di conoscere i passeggeri del volo e quelle che erano le loro speranze prima che di loro non restasse solo il ricordo.


Ho apprezzato tantissimo questa lettura creata appositamente per suscitare in chi legge le parole della Napolitano un alto grado di empatia nei confronti dei personaggi che vengono descritti minuziosamente dalla stessa autrice.

La scrittrice narra una storia che difficilmente non tocca il cuore del lettore, si vive il racconto come se a confidarlo fosse un amico a cui, a fine storia, si vuole dare un abbraccio per confortarlo con dolci parole.


La scelta dell'autrice è quella di creare un passaggio tra presente e passato: la vita di Edward, unico sopravvissuto allo schianto, si frappone a quello che è il racconto delle 7 ore precedenti che hanno determinato lo schianto dell'aereo.

Ho apprezzato questi continui flashback tra l'oggi e il ieri che hanno in qualche modo smorzato la storia: credo che se l'autrice avesse scelto di raccontare in un unico periodo le ore precedenti al disastro aereo avrebbe potuto perdere successivamente l'attenzione del lettore e avrebbe potuto sovraccaricarlo emotivamente.


Altro aspetto che personalmente ho apprezzato è la scelta della scrittrice di soffermarsi non solo sulla vita del protagonista, Edward, ma anche di altri passeggeri che hanno vissuto, insieme a lui, quelle terribili ore. La Napolitano descrive in modo accurato non solo l'aspetto dei personaggi ma anche quelle che sono le loro sensazione e le loro aspirazioni che li hanno condotti a salire in aereo.

Vi è un continuo intreccio tra i diversi personaggi che inconsciamente, per la maggior parte della storia, non sanno di avere in comune un unico destino.


Le sensazioni provate durante la lettura sono inevitabilmente forti, la storia ti lascia un vuoto dentro, un senso di oppressione, quasi, come se tu stesso fossi parte del libro, uno dei passeggeri o, addirittura, lo stesso Edward.

La Napolitano ha la capacità di entrarti dentro con le sue parole che quasi ne sei in qualche modo ammaliato: riesce a descrivere perfettamente ogni singola emozione vissuta da chi è parte del libro.


Per quanto riguarda lo stile di scrittura l'ho trovato adatto alla narrazione ma in alcuni momenti rallentato, mentre in altri molto fluido e coinvolgente.

L'utilizzo della terza persona lo trovo adatto non solo alla narrazione ma anche alla descrizione delle sensazioni e delle conseguenze psicologiche vissute dai personaggi, prima e dopo, la tragedia che li ha visti coinvolti.


VOTO: 4/5


Se siete dei lettori che non amano i libri introspettivi, vi avviso questo libro non fa per voi; se, invece, vi piacciono i libri che vi emozionano, che riescono a suscitare in voi riflessione e commozione allora correte in libreria il 19 maggio e acquistate questo libro, non ve ne pentirete.


Vi ricordo che le tappe per conoscere qualcosa in più del libro non sono concluse e domani vi aspetta Fenice tra le pagine con il suo articolo intitolato "Shopenauer, l'uomo e la visione del dolore".




 
 
 

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