Buonasera miei cari amanti dei libri, oggi torno con un libro che mi è stato mandato tempo fa dalla casa editrice Europa Edizioni, che ringrazio per la copia cartacea. Di quale libro si tratta? Sto parlando di "Donne legate" scritto da Marta Colombo, che ringrazio per avermi contattata e affidato la sua storia.
Premessa: quanto mi sono incazzata a leggere questo romanzo. Alt! Non mi sono arrabbiata per lo stile di scrittura, né per la storia sempre più attuale, ma perché da donna a volte, o meglio quasi sempre, non ho capito come una creatura femminile possa permettere di lasciare da parte sé stessa per l'ego smisurato di colui che dovrebbe affiancarla e non precederla, come se l'amore, se essere una coppia fosse una questione di ruoli.
Ma procediamo con ordine...
Titolo: Donne legate
Autore: Marta Colombo
Editore: Europa Edizioni
Pagine: 164
Genere: Narrativa contemporanea
TRAMA
Katia e Irene sono due donne, due amiche, socialmente ed economicamente realizzate ma che nascondono segreti e insoddisfazioni: Katia convive con un uomo sessualmente malato dal quale non riesce a prendere le distanze e Irene è intrappolata in un matrimonio freddo e senza amore dal quale cerca di scappare attraverso il sesso a pagamento. Due donne diverse ma legate dallo stesso bisogno: l'amore. Il secondo romanzo di Marta Colombo, "Donne legate", ci costringe ad affrontare perversioni e deviazioni mai confessate o vissute facendoci inevitabilmente chiedere quale sia il confine. È un viaggio attraverso il lato oscuro del sesso e i suoi potenziali effetti devastanti.
RECENSIONE:
quando sono stata contattata da Marta, autrice di questo libro, ho letto alcune righe della trama e già ero convinta di voler leggere e far conoscere a voi questo libro. Ciò che, però, non avevo preventivato e che avrei odiato alcuni personaggi all'interno del libro: non si tratta di antagonisti, non troviamo il cattivo della favola, ma solo uomini che a loro modo vanno contro quello che è il mio pensiero. Alcuni mi definirebbero "femminista", ma preferisco definirmi una donna che vive secondo la "legge" della parità di diritti, di opportunità da parte dell'uomo e della donna: per quanto mi riguarda quando si parla di violenza fisica o psicologica non esiste sesso.
Questo romanzo parla di diverse forme di violenza e in particolare una: quella che in alcuni casi viene fatta da noi donne a noi stesse, ovvero smettere di amarsi.
Katia e Irene sono due donne, due amiche, due romantiche alla ricerca dell'amore, quello che ti fa battere il cuore, che ti toglie l'appetito e che ti fa sentire le farfalle nello stomaco. Ma il principe azzurro è raro ed è più facile incontrare un lupo cattivo che si maschera da tenero agnellino, ti circuisce e ti tiene stretto nella sua trappola.
Da una parte abbiamo Katia, figlia di genitori separati, ricerca il padre, che l'ha abbandonata, in quelle che comunemente vengono definite "relazioni sbagliate". Incontra sempre la stessa tipologia di uomo: premuroso all'inizio e poi capace di attirarla in una relazione che a detta di molti è errata, fuori dal normale. La sua vita è costellata o meglio influenzata dalla cosiddetta "sindrome dell'abbandono", legata ovviamente al padre.
Alla soglia dei 40 anni incontra un uomo, Cesare, che nasconde in sé una natura perversa, soprattutto da un punto di vista sessuale: questa sarà la trappola in cui cadrà Katia e che condizionerà tutta la sua esistenza, fino all'epilogo.
Irene, amica di Katia e altro perno della storia, si ritrova intrappolata in un matrimonio privo di amore: ella riversa la sua voglia di essere amata nella compagnia di giovani uomini che per concederle delle attenzioni, soprattutto sessuali, le chiedono dei soldi, sfociando in un rapporto escort-cliente.
Due donne legate da un comune destino: amare secondo delle condizioni, che sviliscono il concetto stesso di donna e di amore.
La donna, all'interno del romanzo, viene vista come un mero oggetto sessuale, pronto a soddisfare le esigenze altrui. Da una parte Katia che favorisce la perversione del suo compagno e che si convince di doverlo fare per evitare di restare sola e perdere quello che definisce l'amore della sua vita; dall'altra Irene che paga, nel vero senso della parola, le attenzioni che non le vengono date da suo marito.
Tutto il romanzo ruota intorno al concetto di vulnerabilità e le due protagoniste a loro modo sono entrambe vittime di questa condizione.
Se ci pensiamo, l'amore o l'assenza di esso determina una vulnerabilità nelle persone, maggiore o minore che sia: ma questa condizione è sinonimo di debolezza o può essere controllata?
Due donne che risultano essere intrappolate dall'amore e che vengono descritte accuratamente dalla stessa Marta Colombo, che ne intreccia le vite e il destino. La capacità, che racchiude un vero talento, dell'autrice di descrivere le protagoniste, i loro pensieri e sensazioni, portano il lettore a essere un confidente: Katia e Irene non si parlano tra loro, ma a essere presente è anche il lettore che le conosce, le ascolta e cerca di non giudicarle.
Io ho cercato di non giudicare le scelte di queste donne, anche se talvolta è stato difficile: bisogna pensare che le scelte, le azioni derivano dal vissuto di una persona e che non saper questo viene compreso, viene accettato dagli altri, dalla società.
La storia di Katia e di Irene è verosimile: quante donne là fuori nel mondo amano, vengono tradite, scoprono di non essere ricambiate, ma soprattutto si svegliano da un apparente sogno che in realtà le vede in un vero e proprio incubo, ove la persona che credevi ti amasse in realtà è un mostro, un manipolatore e tu sei la sua preda, diventando così la vittima della storia.
Ho amato lo stile di scrittura della Colombo che è riuscita a farmi immergere nella storia tanto da provare molteplici emozioni: felicità, dolore, rabbia... tutte in questo ordine. Questo è un romanzo che fa arrabbiare ma che al contempo suscita nelle donne ma anche negli uomini una riflessione profonda: che donna o uomo vogliamo essere? Che tipo di amore cerchiamo?
Ci sono alcuni momenti in cui la descrizione di alcune pratiche, soprattutto in ambito sessuale, non è stato di mio gradimento, ma ovviamente comprendo che il mondo di Katia e di Cesare, in particolare, sia talvolta eccessivo e al limite della moralità, che a volte viene completamente plasmata in immoralità.
E' una storia che si legge velocemente, è molto scorrevole e nasconde un finale che mi ha lasciata un pò perplessa: non me lo aspettavo e soprattutto non è dei più felici, cosa che avrei preferito. Ma come detto precedentemente le storie che hanno del vero non sempre sono come le fiabe, non sempre vi è il cosiddetto "e vissero felici e contenti": in questo caso Marta Colombo ha mantenuto la sua autenticità, ovvero ha voluto ricreare una storia con finale annesso che potrebbe veramente essere raccontata a un'amica davanti a un caffè, proprio come accade tra Katia e Irene.
VOTO: 3,5/5
Ho apprezzato la narrazione, lo stile usato dall'autrice e per questi motivi vi consiglio di leggere questo romanzo: le sensazioni che proverete saranno autentiche e non potrete fuggire da queste. Allo stesso tempo, però, ci sono alcuni dettagli, come detto prima, che non so se mi porterebbero a rileggere questo romanzo: una rilettura e le sensazioni che si provano durante la prima lettura, potrebbero essere falsate dalla visione generale del romanzo.
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