Buonasera miei lettori, finalmente ci avviciniamo al tanto atteso week-end!!! Devo dire che proprio questa settimana, ho bisogno di rilassarmi e godermi una piacevole lettura in compagnia di una tisana che sappia avvolgermi con il suo calore.
Parola d'ordine di questo fine settimana di novembre: relax. E voi come trascorrerete questi giorni? State già pensando al Natale e a che cosa vorreste trovare sotto l'albero?
Forse, oggi, vi darò un'idea da regalarvi o da regalare agli amanti dei romanzi, soprattutto del fantasy... Iniziamo subito!
Siamo giunti alla fine di questa tetralogia, forse la più discussa dell'ultimo periodo e che ha portato i lettori a schierarsi in due diverse fazioni: chi la ama e chi, invece, la odia. Io, lo sapete, mi sono schierata in una posizione intermedia: riconosco che siamo dinanzi a una saga, se così si può chiamare, scritta discretamente, ma che non tutti apprezzano e che ha come finalità quella di portarti lontana. Una serie di romanzi che si racchiudo nella frase "senza lode e senza infamia".
In questa articolo vi parlo dell'ultimo capitolo della tetralogia creata da Kerri Maniscalco, intitolato "A CACCIA DEL DIAVOLO" edito Oscar Mondadori, che ha creato, anche per questo ultimo capitolo, una copertina degna di essere parte della vostra e della mia libreria. Sui colori del marrone e dell'oro, la nostra protagonista viene ancora una volta rappresentata con quel tocco elegante e vintage, che solo la Mondadori sa regalarci.
§ Ringrazio la casa editrice per avermi concesso la lettura di questo romanzo in anteprima e l'organizzatrice che mi ha dato l'opportunità di partecipare §
Titolo: A caccia del diavolo
Autore: Kerri Maniscalco
Editore: Mondadori
Pagine: 480
Genere: Fantasy
TRAMA
Audrey Rose Wadsworth e Thomas Cress-well sono giunti in America, una terra audace, sfrontata, brulicante di vita. Ma, proprio come la loro Londra adorata, anche la città di Chicago nasconde oscuri segreti. Quando i due si recano alla spettacolare Esposizione internazionale, scoprono una verità sconcertante: l’evento epocale è minacciato da denunce di persone scomparse e omicidi irrisolti.
Audrey Rose e Thomas iniziano a indagare, per trovarsi faccia a faccia con un assassino come non ne hanno mai incontrati prima. Scoprire chi sia è una cosa, ben altra faccenda è catturarlo, soprattutto all’interno del famigerato Castello degli Orrori che ha costruito lui stesso, un covo di torture labirintico e terrificante.
Riuscirà Audrey Rose, insieme al suo grande amore, a porre la parola “fine” anche a questo caso? O soccomberà, preda del più subdolo avversario che abbia mai incontrato?
RECENSIONE:
i romanzi hanno la capacità di farci viaggiare non solo in luoghi lontani, che oggi più che mai, è una rarità, vista l'emergenza sanitaria; ma ci permettono, anche, di viaggiare nel tempo e di vivere quelle che sono delle avventure che solo lontanamente potevamo immaginare. Un buon libro ha l'abilità di farci dimenticare il luogo e il tempo in cui viviamo realmente e di proiettarci in un contesto storico da cui non vorremo più tornare indietro.... A caccia del diavolo sarà stato un degno portale verso una realtà lontana o la realtà è di gran lunga migliore?
Se parlare dei precedenti capitoli è stato difficile, mettetevi nei miei panni ora e potrete capire che parlare dell'ultimo è un'impresa ardua, di cui spero di essere all'altezza. Cercate di comprendere la mia posizione nello scrivere questa recensione e spero che andrete avanti a leggere.
Stati Uniti d'America. Giunti in una realtà ben diversa da quella a cui sono abituati, i due giovani innamorati, Audrey Rose e l'affascinante, e ancora enigmatico, Thomas, si ritrovano a dover fare i conti con un nuovo caso di omicidio, che presenta alcuni tratti già visti a Londra con le vittime del famigerato Jack Lo Squartatore. Ma come è possibile? Inizia, così, una nuova avventura per la nostra giovane donzella, che scoprirà alcune cose che non solo non erano state svelate, ma che avranno dell'incredibile.
La narrazione è, come sempre, molto ben costruita, pregna di azione e di colpi di scena, con quel tocco di mistero che rende la storia coinvolgente e incapace di annoiare. Ritengo che questa sia una valida conclusione a quelle che sono state le vicende vissute negli altri romanzi, ma soprattutto il primo: l'autrice ci rimanda a quelli che sono gli avvenimenti che abbiamo potuto leggere nel capitolo introduttivo alla storia e ne fornisce una esplicita conclusione, dando una risposta a quelli che sono i quesiti che risultavano dubbi dopo la conclusione del primo romanzo.
Il rimando a "Sulle tracce di Jack lo Squartatore", mi è piaciuto perché ha permesso a noi lettori di dare veramente un seguito a quelle vicende vissute nel primo romanzo: questo effetto "torno indietro" non mi dispiace, quando questo è contestualizzato.
Il modello di storia a cui ci ha abituato la Maniscalco è sicuramente ripetitivo e porta il lettore a percepire già quello che potrebbe avvenire nel romanzo: questo elemento forse mi ha fatto storcere un pò il naso, in quanto cambia l'ambientazione, i personaggi, ma la storia in sé è quella. Avrei preferito trovare degli elementi innovativi, che mi facessero urlare "Wow", ma ahimè non è stato così: ai, ai Maniscalco, potevi regalarci un effetto-sorpresa...
I personaggi sono stati il pezzo forte di questo romanzo: l'autrice è riuscita a metterli completamente a nudo e a far percepire non solo i loro punti di forza, di cui avevamo avuto un ampio spettro nei precedenti romanzi, ma soprattutto è riuscita a valorizzare i loro punti deboli, affermandone la loro vulnerabilità. In particolare questo si è potuto vedere con Audrey Rose, che dinanzi a una realtà lontana dal suo status sociale, è riuscita a empatizzare con coloro che non sempre riescono a sopravvivere alla loro condizione di vita svantaggiata.
Punto dolente di questo ultimo romanzo è la parte romance: chi mi conosce sa che non apprezzo le storie d'amore soprattutto in questo genere, che si dovrebbe focalizzare più sulla parte crime della narrazione e non su inutili romanticherie. Mi aspettavo che questo elemento riemergesse e me ne faccio una ragione, ma secondo me doveva essere un pò smussato e non reso centrale, come è stato.
VOTO: 3/5
Nel complesso questa tetralogia, come già detto, non è male, si legge velocemente e sicuramente non vi è rischio di annoiarsi. Ma, c'è sempre un ma, non è per tutti: sicuramente il consiglio che mi riservo di dare è che, qualora vogliate acquistare questa serie di romanzi, non sia saggio comprarla tutta insieme, ma andare gradualmente, al fine di capire se questa storia fa per voi.
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