Buonasera popolo di Panem, ops scusate mi sono immedesimata troppo nella storia... Come state? Oggi, con somma gioia ma anche con grande malinconia, si conclude per me il viaggio tra le pagine della saga più amata dell'ultimo decennio: Hunger Games. Come sapete, l'ultima tappa prevede proprio la recensione dell'ultimo libro sfornato dalla nostra Suzanne Collins: "HUNGER GAMES. BALLATA DELL'USIGNOLO E DEL SERPENTE" edito Mondadori.
Come consuetudine mi preme ringraziare di cuore Beatrice e la casa editrice Mondadori per avermi omaggiato della copia cartacea che, vi posso assicurare, è bellissima e per avermi concesso la partecipazione a questo evento: porterò questa esperienza con me e ne avrò sempre un gradito ricordo.
Ma ora bando alle ciance ed entriamo nel vivo della storia e di quello che ho da dire su questo libro; mettetevi comodi e gustatevi questa recensione... Buona lettura!
Titolo: Hunger Games. Ballata dell'usignolo e del serpente
Autore: Suzanne Collins
Editore: Mondadori
Pagine: 478
Genere: Distopico
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TRAMA:
È la mattina della mietitura che inaugura la decima edizione degli Hunger Games.
A Capitol City, il diciottenne Coriolanus Snow si sta preparando con cura: è stato chiamato a partecipare ai Giochi in qualità di mentore e sa bene che questa potrebbe essere la sua unica possibilità di accedere alla gloria. La casata degli Snow, un tempo potente, sta attraversando la sua ora più buia. Il destino del buon nome degli Snow è nelle mani di Coriolanus: l’unica, esile, possibilità di riportarlo all’antico splendore risiede nella capacità del ragazzo di essere più affascinante, più persuasivo e più astuto dei suoi avversari e di condurre così il suo tributo alla vittoria.
Sulla carta, però, tutto è contro di lui: non solo gli è stato assegnato il distretto più debole, il 12, ma in sorte gli è toccata la femmina della coppia di tributi.
I destini dei due giovani, a questo punto, sono intrecciati in modo indissolubile. D’ora in avanti, ogni scelta di Coriolanus influenzerà inevitabilmente i possibili successi o insuccessi della ragazza. Dentro l’arena avrà luogo un duello all’ultimo sangue, ma fuori dall’arena Coriolanus inizierà a provare qualcosa per il suo tributo e sarà costretto a scegliere tra la necessità di seguire le regole e il desiderio di sopravvivere, costi quel che costi.
RECENSIONE:
sembra ieri che la Collins poggiava la penna per concludere il suo "Hunger Games. Il canto della rivolta" e già si vociferava nell'aria che avrebbe stupito i suoi fans con un nuovo capolavoro: sono trascorsi 10 lunghi anni, ma finalmente questo "regalo" tanto atteso è uscito in contemporanea in tutto il mondo il 19 Maggio del corrente anno.
Ricordate il temutissimo e tirannico Presidente Coriolanus Snow? Ecco vi anticipo che è tornato!!! Ma se pensate di trovare un Coriolanus giovane, ricco, arrogante e soprattutto crudele all'interno di queste pagine, allora siete in errore....
Corio, come lo chiama intimamente sua cugina Tigris, ha un solo scopo: quello di elevare il suo nome e quello della sua famiglia all'antica gloria, quella che dopo i Giorni Bui è solo un ricordo lontano. Orfano e privato di ogni ricchezza, Snow sa che l'unico modo per ritornare alla condizione economica del passato è quella di assumere un ruolo di rilevanza come mentore durante la decima edizione degli Hunger Games.
Come i suoi compagni all'Accademia, istituto di grande prestigio, aspira ad avere come tributo un ragazzo che lo conduca alla vittoria; ma cosa succede quando gli capita non solo una ragazza, Lucy Gray Baird, ma che proviene anche da uno dei distretti sfavoriti, il Distretto 12?
Un Coriolanus Snow molto diverso da quello visto durante i 74° Hunger Games, che saprà sorprendere il lettore in diversi modi e secondo differenti sfaccettature.
Il disprezzo per i distretti potrà essere sostituito da sentimenti diversi, come la gentilezza, la compassione e addirittura l'amore?
Vorrei partire dalla descrizione dei personaggi: la Collins mi ha piacevolmente sorpreso. Se già nei precedenti suoi libri aveva concentrato l'attenzione sulla descrizione dei personaggi, in particolare quelli principali, in questo libro ho trovato un lavoro ancora più minuzioso e ricorrente durante la lettura. La scrittrice riesce a far conoscere i personaggi piano piano e a fornire continuamente degli elementi interessanti che potranno dare, poi a lettura conclusa, la sensazione al lettore di conoscere totalmente i personaggi.
Il protagonista, Coriolanus, viene descritto dettagliatamente dalla Collins ed è per questo che dico che del Presidente Snow, noi lettori, conosciamo solo una minima parte.
Emerge la sua giovane età, la sua caparbietà e la sua indole a realizzare con grande determinazione quelli che sono i suoi obiettivi; al contempo, però, ritroviamo anche un ragazzo che nasconde una grande sensibilità, fragilità e una malinconia, non solo per la sua vita passata, ma soprattutto per la sua famiglia, che dalla guerra ha subito tanto.
Altri personaggi sono il perno della storia raccontata dalla Collins; anche in questo caso vi è una profonda analisi non solo dell'aspetto fisico ma anche a livello caratteriale e psicologico.
Per quanto concerne l'ambientazione, anche in questo caso dimentichiamo lo sfarzo e la grande organizzazione vista durante gli Hunger Games di Katniss e Peeta, soprattutto in merito a Capitol City.
Tutta la narrazione si svolge principalmente nel centro di Capitol City ove per il decimo anno consecutivo, dalla fine della guerra, secondo il Trattato del Tradimento si organizzano gli Hunger Games.
Troviamo una città che ancora non si è ripresa dalla guerra e che verte in una condizione in cui all'interno della stessa popolazione di determina il parallelismo tra ricchezza e povertà, di cui Snow è l'esempio.
Anche gli Hunger Games sono molto diversi da quelli visti solo in un lontano futuro: vi sono delle regole molto semplici, nessun elemento lussuoso che dia la sensazione che i giochi vengano creati per mero divertimento. Una struttura e organizzazione molto grezza che da la percezione che tutto sia ancora in una fase di costruzione.
Molto importante è vedere come l'autrice si soffermi anche sul fatto che gli Hunger Games non sono un evento apprezzato dagli stessi cittadini della Capitale. Il disprezzo che emerge tra la popolazione di Capitol City per gli abitanti dei distretti, non sfocia però nella volontà che siano mietuti durante un evento che gli stessi considerano "spregevole".
Questo elemento è fondamentale per comprendere come una consuetudine radicata nel tempo, come accade fino ai 74° Hunger Games, conduca l'uomo a scindere quella che è la sua moralità ed etica. Un elemento come la morte, se accostato a un evento ripetuto nel tempo, può determinare la convinzione che sia uno spettacolo piacevole, quasi divertente.
Un altro tema affrontato e che ha portato in me una riflessione è il concetto di "Stato di natura"; l'autrice ha la volontà di riportare all'interno delle pagine del suo libro un richiamo all'ideologia di Hobbes.
Cosa accade in una società senza regole? Come un governo può sopravvivere senza un contratto sociale alla sua base? Sono quesiti che vengono espressi all'interno dello stesso libro e che troveranno una risposta nel medesimo.
Sempre in merito a Hobbes e la sua filosofia, la Collins pone come elemento chiave all'interno della narrazione quello che è il concetto di HOMO HOMINI LUPUS: l'obiettivo è quello di ricreare un ambiente primitivo, animalesco, sia all'interno dell'Arena, ma anche dentro la stessa Capitol City.
Una narrazione elaborata, avvincente che continuamente "regala" colpi di scena che rendono la storia imprevedibile e ben studiata.
In merito allo stile di scrittura, si riconferma vittorioso l'uso della prima persona al fine di raccontare le vicende di cui è protagonista Snow.
VOTO: 4,5/5
Coinvolgente, appassionante e in grado di catturare il lettore, fino alla sua conclusione. Se avete amato la trilogia non potete non catapultarvi in questa opera che vi farà tornare indietro nel passato e amare o odiare, ancora di più, il futuro Presidente di Capitol City; se, invece, non avete letto i precedenti libri potete assolutamente iniziare da questo...
Grazie Suzanne Collins per aver scritto ancora una volta un romanzo che ha regalato continue emozioni e che ci ha riportati dentro l'arena.
E tu cosa vuoi essere? Un vincitore o un vinto? Preparati ad entrare nell'Arena e buoni Decimi Hunger Games...
Volete continuare il tour delle recensioni del libro "Hunger Games. Ballata dell'usignolo e del serpente" allora vi lascio qui sotto le altre tappe che proseguiranno nei prossimi giorni...
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