Buonasera miei cari lettori, come state? Io a parte il caldo di queste giornate sto bene... Ma oggi non parliamo del caldo o di altro; sono tornata per raccontarvi di un libro che è uscito nel 2015, ma che ad Aprile 2020 è entrato nel team Oscar Mondadori, con una nuova traduzione a cura di Giovanna Scocchera.
Di quale libro sto parlando? Si proprio di "IO SONO LEGGENDA" scritto da Richard Matheson ed edito, appunto, Oscar Mondadori.
Questa nuova traduzione è uscita durante il periodo di quarantena e forse non era proprio il periodo più adatto per affrontare questa lettura, che ha come argomento principale proprio l'epidemia. Ammetto che leggerlo anche oggi non è stato semplice... Ma di questo avrò modo di parlarvene a tempo debito.
Prima di iniziare con la recensione vera e proprio voglio ringraziare la Mondadori per aver concesso a me e alla mia socia, Federica di organizzare questo evento; inoltre, voglio ringraziare di cuore la mia amica e compagna di avventure librose, che rende questi eventi veramente unici.
Ma ora io lo so che non vedete l'ora che inizi a parlare di questo libro... quindi 3,2,1 e via!!!
Titolo: Io sono leggenda
Autore. Richard Matheson
Editore: Oscar Mondadori
Pagine: 204
TRAMA
Robert Neville è probabilmente l’ultimo uomo vivente sul pianeta eppure non è solo. Un morbo incurabile ha trasformato uomini, donne e bambini in vampiri assetati di sangue. Di giorno Robert attraversa le rovine della civiltà, seguendo le tracce dei mostri come un cacciatore sulle orme della preda, li studia, sperimenta nuovi modi per sterminarli. Di notte si barrica in casa, assediato dalle creature delle tenebre, e implora che sorga presto il sole
Rovesciando la situazione di Dracula, vampiro nel mondo degli uomini, Matheson immagina un uomo solo in un mondo di creature mostruose, dando vita a uno degli scenari più fortunati della letteratura e del cinema novecentesco. Quello che – con la sua scrittura ossessivamente cristallina, asciutta, ipnotica – Matheson dipinge è un mondo apocalittico, straniato, nel quale ogni valore e ogni certezza vengono stravolti. Chi sono i buoni e chi i cattivi? Ci sono davvero dei buoni e dei cattivi? O ci sono solo eventi e creature che sfuggono alla comprensione razionale e alla catalogazione scientifica? L’orrore, suggerisce Matheson, ci abita accanto.
RECENSIONE:
chi non ha mai visto o almeno sentito parlare del film che vede come protagonista Will Smith in uno scenario post apocalittico in compagnia di un cane? Uno dei film più visti e acclamati dell'ultimo ventennio, che prende spunto dal libro che nasce nel 1954 dalla penna di Richard Matheson.
Un romanzo scritto più di 60 anni fa che, dalle parole del suo autore, sembra sempre più attuale e che rivive, in parte, ciò che abbiamo vissuto negli ultimi mesi...
1976. Robert Neville è l'unico sopravvissuto all'epidemia che ha colpito la sua città. Ogni giorno scandisce le sue giornate in modo da potersi creare una parvenza di normalità, che viene, però, disturbata dal giungere delle ore notturne.
Il vero problema di Robert è la notte: tenebrosa, pericolosa ma soprattutto scandita da urla e richiami di esseri dalle sembianze umane ma che nascondono una natura ignota. La sua missione è solo una: sopravvivere a sé stesso e a questi esseri.
Robert negli anni scoprirà che non è l'unico sopravvissuto e che forse ci sono ancora delle speranze in un mondo andato in rovina. Ma gli spetta una decisione importante: morire o sopravvivere?
Premetto che quando ho deciso di leggere questo libro non ero totalmente convinta in quanto ho visto, tempo fa, il film e non mi è piaciuto particolarmente. Però mi sono detta: "solitamente il libro è più bello del film", quindi ho voluto provare... Purtroppo esperimento totalmente fallito, con mio grande dispiacere.
Il romanzo a parer mio presenta degli elementi di forza, ma anche dei fattori che risultano essere decisamente deboli. Da quale iniziare?
Voglio partire con quelli che a parer mio sono i punti forti della narrazione: il personaggio e la sua psicologia.
Robert Neville, unico protagonista del libro, viene descritto dall'autore in modo molto preciso sia da un punto di vista della sua fisionomia (non aspettatevi Will Smith!!! Robert è un uomo caucasico dai tratti quasi germanici), che da un punto di vista psicologico. In particolare emerge, nella prima parte in modo più marcato, un profondo status depressivo che deriva da una radicata solitudine e da alcuni eventi traumatici vissuti dallo stesso, in particolare la morte della moglie e della figlia.
Nella descrizione delle vicende riguardanti il protagonista emerge un quasi ovvio flashback tra l'oggi e il passato. Questo emergere di elementi del passato risulta necessario al fine di contestualizzare gli avvenimenti che hanno portato il protagonista a questa condizione.
Ho apprezzato anche quei lati compassionevoli che emergono nella figura del protagonista e quella determinazione che lo porterà a intraprendere delle scelte rispetto ad altre.
Un altro fattore positivo è lo stile di scrittura dell'autore che risulta essere accurato e assolutamente adatto alla narrazione. Ho trovato ben studiata la scelta di raccontare la storia in terza persona: questo garantisce, secondo il mio parere, una maggiore accentuazione della solitudine vissuta dal protagonista. La sua visione della vita, dei suoi sentimenti raccontati come se si stesse in qualche modo confidando con il lettore, come se, quasi, chiedesse un suo soccorso.
Ora passiamo agli elementi (perdonami Matheson) che proprio non mi hanno convinta e che purtroppo mi portano a dare un esito negativo a questa recensione: la narrazione e l'ambientazione.
La narrazione l'ho trovata per la maggior parte della lettura piatta, quasi al limite del noioso; non vi è stato un momento ove mi sono detta "finalmente il libro è interessante". Non la ritengo, ma è assolutamente un parere personale, una storia scorrevole che ti coinvolge tanto da non poter lasciare il libro fino alla sua conclusione.
Questo mio pensiero è dettato probabilmente da letture pregresse circa quello che è il contesto dell'epidemia, che sono state ricreate in modo da coinvolgere il lettore.
Ciò che è assente a parer mio è quel dinamismo che solitamente ci si aspetta da un romanzo ambientato in un contesto post apocalittico.
A questo si accompagna, secondo me, un'ambientazione debole a cui non è stato dato il giusto risalto, approfondendo alcuni aspetti che sarebbe potuti essere più interessanti e incrementare il mio coinvolgimento del lettore.
VOTO: 3/5
In partenza avrei voluto dare 2,5 su 5 stelle ma poi dopo alcune ricerche ho, appunto, scoperto che si tratta di un romanzo che ha i suoi anni, scritto nella metà degli anni Cinquanta del secolo scorso. Questa informazione, che a molti potrà sembrare di poca importanza, è invece rilevante e da prendere in considerazione in merito alla storia raccontata da Matheson. In un periodo in cui non si era ancora parlato, se non con i classici, di vampiri inserirli nella narrazione è stato secondo me da una parte un azzardo, ma dall'altro anche una novità.
Non è una lettura semplice da fare in un momento storico molto particolare come quello che stiamo vivendo in questi ultimi mesi. La descrizione di come lo stesso Robert vive l'epidemia, la conseguente morte delle persone che prima lo circondavano e la loro trasformazione dovuta al contagio riporta alla mente di tutti noi quelle sensazioni di angoscia, preoccupazione e paura che ci hanno accomunato in questo ultimo anno. Non è una lettura da sottovalutare per l'impatto che potrebbe dare durante e alla conclusione del romanzo.
Se mi dovessero chiedere: "consigli questo libro?" Direi un NI. La lettura è soggettiva e in quanto tale dipende anche da un percorso letterario che si è fatto nel corso del tempo. Io dopo aver letto "Cecità" di Josè Saramago non mi sono sentita coinvolta dalla storia di Matheson; però so che molti hanno amato il film e pur con le dovute differenze, sicuramente si può apprezzare anche il libro... Non vi resta che scoprirlo!!!
Nei prossimi giorni vi aspettano altre recensioni con pareri diversi... Io sono solo la prima!
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