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§REVIEW PARTY§ L'ENIGMA DELLA CAMERA 622 di Joel Dicker

Aggiornamento: 23 lug 2020

Eccoci ritornati, miei cari lettori, con una nuova e spero entusiasmante recensione. Diamo inizio al Review Party dedicato a "L'enigma della camera 622" scritto da Joel Dicker ed edito, qui in Italia, da La Nave di Teseo.

Come di consueto, voglio ringraziare di cuore la casa editrice La Nave di Teseo per avermi fornito la copia digitale, e l'organizzatrice per avermi concesso tale opportunità.


Titolo: L'enigma della camera 622

Autore: Joel Dicker

Editore: La Nave di Teseo

Pagine: 640

Genere: thriller

TRAMA

Un fine settimana di dicembre, il Palace de Verbier, lussuoso hotel sulle Alpi svizzere, ospita l’annuale festa di una importante banca d’affari di Ginevra, che si appresta a nominare il nuovo presidente. La notte della elezione, tuttavia, un omicidio nella camera 622 scuote il Palace de Verbier, la banca e l’intero mondo finanziario svizzero. L’inchiesta della polizia non riesce a individuare il colpevole, molti avrebbero avuto interesse a commettere l’omicidio ma ognuno sembra avere un alibi; e al Palace de Verbier ci si affretta a cancellare la memoria del delitto per riprendere il prima possibile la comoda normalità.

Quindici anni dopo, un ignaro scrittore sceglie lo stesso hotel per trascorrere qualche giorno di pace, ma non può fare a meno di farsi catturare dal fascino di quel caso irrisolto, e da una donna avvenente e curiosa, anche lei sola nell’hotel, che lo spinge a indagare su cosa sia veramente successo, e perché, nella camera 622 del Palace de Verbier.


RECENSIONE:

ebbene si lettori, udite udite, Joel Dicker è finalmente tornato!!! Atteso come un uomo aspetta l'acqua nel deserto, il nuovo romanzo di questo talentoso autore è arrivato l'11 Giugno in tutte le librerie italiane e io ora vi dirò cosa ne penso... Sarà stato all'altezza delle mie aspettative? Scopriamolo insieme.


"Soltanto un Ebezner può dirigere la Banca Ebezner". Macaire Ebezner è cresciuto tutta la vita con questa convinzione: sarà lui il nuovo presidente della banca che porta il suo nome. Ma cosa accade quando tuo padre, che ha riposto in te tutte le sue speranze ormai disilluse, cambia l'unica regola che può condurti al successo?

L'ambizione di Macaire lo porterà a prendere decisioni da cui non si torna indietro...


15 anni dopo. L'omicidio avvenuto nelle camera 622 del Palace de Verbier non è mai stato risolto e da quel momento la camera che porta questo numero è ormai un lontano ricordo, quasi una leggenda.

Ci vorrà uno scrittore, solitario e con una profonda delusione d'amore, e una giovane donna, curiosa e intraprendente, per poter chiarire che cosa è accaduto all'interno di quella camera...

Avvicinatevi alla porta, girate la chiave e.... benvenuti nella camera 622!


Chi, come me, conosce lo stile narrativo di Dicker non sarà stupito dal ripetersi di alcuni elementi che abbiamo già avuto il piacere di ritrovare nei precedenti romanzi. Anche per questo nuovo libro l'autore ha utilizzato l'elemento del flashback, ovvero il passaggio tra presente e passato al fine di raccontare la narrazione.

Sicuramente questo mi porta a dire che il racconto non è lineare ma che vi è la necessità di un'accurata attenzione al fine di comprendere, alla conclusione del romanzo, l'intera storia.


Lo stile di scrittura di Dicker è, ancora una volta, il protagonista indiscusso: incalzante, strutturato in modo eccelso e assolutamente adatto al genere che viene scelto dall'autore.


Passando alla narrazione posso assolutamente dirmi convinta dalla storia che ho trovato non solo molto bella, ben scritta e molto coinvolgente.

Ci sono due elementi che mi hanno portato a ritenerla una narrazione all'altezza dei precedenti romanzi. Il primo elemento è la scelta dell'autore di inserirsi all'interno del libro come uno dei personaggi coinvolti, elemento che risulta essere una bellissima e, a parer mio, gradita novità. La scelta di essere parte del libro e quindi creare anche una sorta di legame tra lettore e autore ha reso questo romanzo non solo un thriller appassionante, ma anche una storia che ha permesso al destinatario del libro di conoscere meglio alcuni aspetti dello scrittore.

Altro elemento che conferma il talento dell'autore è la struttura narrativa che si adatta al genere scelto: non amo particolarmente i thriller lineari anche se più delle volte portano a una maggiore scorrevolezza della storia, ma, sempre per gusto personale, preferisco l'intreccio tra presente e passato che garantiscono una maggiore dinamicità alla storia: questo elemento, come già precedentemente detto, è una peculiarità di Dicker.


In questo romanzo un altro aspetto che ho amato e che dice tanto della persona di Joel Dicker, al di là del suo talento come scrittore, è la dedica che viene fatta all'interno del suo romanzo rivolta al suo editore, deceduto nel 2018: Bernard de Fallois. Ho ritenuto questo gesto un bellissimo omaggio all'editore che ha concesso, come si evince dalla lettura, una grande fiducia all'autore, rendendolo oggi, non solo noto, ma anche tra gli autori di maggior successo degli ultimi anni.

La sua figura, pur marginale, è oggetto di numerose riflessioni da parte dello scrittore, che lo rende un personaggio all'interno del suo libro.


Se dovessi scegliere due parole per descrivere questo thriller sarebbero: enigmatico e con una nota sentimentale.

Enigmatico, perché come di consueto quando si tratta di un thriller, gli elementi si sovrappongono tra loro creando una sorta di "capacità investigativa" del lettore, che viene posto in condizione di farsi delle domande e cercare, tra le righe, delle risposte, fino alla soluzione finale.

La nota sentimentale, invece, è dettata proprio dalla scelta dell'autore di inserire racconti veritieri, circa il suo rapporto con l'editore, che ci permettono di provare empatia, sentimento molte volte assente all'interno del thriller.


I personaggi, che risultano essere in un quantitativo perfetto per la storia, vengono descritti accuratamente dallo scrittore, che si concentra ovviamente su quelli principali rispetto a quelli di contorno.

Il personaggio che secondo me è stato descritto in modo più accurato è stato quello di Anastasia: la sua descrizione è stata arricchita da elementi del passato che hanno dato un quadro più dettagliato della sua persona e del suo carattere.


L'ambientazione forse è l'anello più debole del libro: non è stato dato molto spazio alla sua descrizione. Tale ragione potrebbe, però, derivare anche da un ripetersi di tale consuetudine da parte dell'autore, che almeno nei libri che ho avuto occasione di leggere, non si dilunga sulla descrizione del luogo in cui viene realizzata la narrazione.


Per concludere, prima di avviarci al voto finale, ci troviamo dinanzi a un libro con all'interno la costruzione del libro: vi chiederete che significa? Joel Dicker racconta, attraverso la sua storia, come è nato questo libro. Questo è sicuramente un elemento che mi ha stupito e non poco... Dicker non solo ha donato al lettore il suo nuovo romanzo, ma ha concesso a questo di entrare nella mente dello scrittore e osservare più da vicino, attraverso le sue parole, il cosiddetto "dietro le quinte", ovvero l'origine di una nuova creatura letteraria.


VOTO: 4,5/5


Inizialmente volevo dare a questo romanzo un 4, ma scrivendo la recensione mi sono accorta che questa volta Dicker, che nel tempo è maturato sia a livello stilistico che narrativo, ha fornito al lettore delle informazioni molto interessanti. All'interno di questo romanzo, non solo troviamo la parte del thriller a cui ci ha abituati l'autore, ma scoviamo anche una parte di sé stesso, della sua vita e dei suoi ricordi.


Joel Dicker è veramente tornato!






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