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REVIEW PARTY "LA CITTA' DI OTTONE" di S.A. Chakraborty

Buonasera miei cari lettori, oggi con tanta gioia vi presento l'ultimo step di questa bellissima avventura con "La città di Ottone": il REVIEW PARTY!!!

Preparate i pop corn e mettetevi comodi perché avrò tanto da dire su questo libro e sul fantastico mondo che lo circonda.


Prima di iniziare con la vera e propria recensione voglio ringraziare la casa editrice Oscar Mondadori, per la grande opportunità che ci è stata data. Organizzare questo evento è stato un grande onore e una straordinaria esperienza che mi ha permesso non solo di leggere un bellissimo romanzo, ma anche di conoscere delle fantastiche persone e lettrici.

Voglio anche ringraziare la mia compagna di avventure nonché socia Infermieranerd che ha organizzato e ideato insieme a me tutto l'evento: senza di te non sarebbe stato lo stesso.

Per ultime, ma non per importanza, voglio ringraziare tutte le ragazze che insieme a noi hanno partecipato all'evento e che hanno garantito un grandioso risultato; un grazie immenso a Samanta per le favolose grafiche.


E ora viene il bello... Buona lettura e spero che questa recensione vi porti a decidere di perdervi anche voi nelle fantastiche atmosfere de "La città di Ottone"


Titolo: La città di Ottone

Autore: S.A. Chakraborty

Editore: Oscar Mondadori

Pagine: 528

Genere: Fantasy

Link d'acquisto: clicca qui

TRAMA


Egitto, XVIII secolo.. Nahri non ha mai creduto davvero nella magia, anche se millanta poteri straordinari, legge il destino scritto nelle mani, sostiene di essere un’abile guaritrice e di saper condurre l’antico rito della zar. Ma è solo una piccola truffatrice di talento: i suoi sono tutti giochetti per spillare soldi ai nobili ottomani, un modo come un altro per sbarcare il lunario in attesa di tempi migliori.

Quando però la sua strada si incrocia accidentalmente con quella di Dara, un misterioso jinn guerriero, la ragazza deve rivedere le sue convinzioni. Costretta a fuggire dal Cairo, insieme a Dara attraversa sabbie calde e spazzate dal vento che pullulano di creature di fuoco, fiumi in cui dormono i mitici marid, rovine di città un tempo maestose e montagne popolate di uccelli rapaci che non sono ciò che sembrano. Oltre tutto ciò si trova Daevabad, la leggendaria città di ottone. Nahri non lo sa ancora, ma il suo destino è indissolubilmente legato a quello di Daevabad, una città in cui, all’interno di mura metalliche intrise di incantesimi, il sangue può essere pericoloso come la più potente magia. Dietro le Porte delle sei tribù di jinn, vecchi risentimenti ribollono in profondità e attendono solo di poter emergere. L’arrivo di Nahri in questo mondo rischia di scatenare una guerra che era stata tenuta a freno per molti secoli.


RECENSIONE:

la prima volta che ho letto la trama di questo libro nella mia mente si è subito proiettata l'immagine delle calde sabbie d'Egitto, i maestosi templi e quella sensazione di essere trasportati in un luogo magico, quasi surreale. Mi sono detta, con assoluta convinzione, che questo libro sarebbe stata una mia prossima lettura: oggi posso finalmente parlarvene!!!


Nahri è una giovane donna che vive di stenti e per poter sopravvivere, non avendo il sostegno della famiglia, si arrangia come meglio può: alcuni la considerano una ciarlatana che pratica magia, ma in realtà, a sua insaputa, lei ha veramente dei poteri magici che la definiscono come guaritrice. Tutto questo le risulta ignoto fino al momento in cui, durante un esorcismo, invoca, involontariamente, un guerriero daeva di nome Dara.

In seguito a questo avvenimento la vita di Nahri verrà totalmente stravolta e inizierà per lei, in compagnia dell'affascinante ed enigmatico Dara, un viaggio che li porterà alla soglia di Daevabad, la cosiddetta "Città di Ottone".


Ali ha sempre vissuto all'ombra di suo fratello maggiore e ha imparato che la vita di Corte non gli si addice; preferisce vivere alla Cittadella, lontano dall'ideologia tirannica di suo padre che vede nei daeva degli esseri superiori agli shafit. Ma può il sangue di un popolo determinarne la superiorità?

Queste sono le domande che si fa continuamente Ali, principe di Daevabad, che con convinzione e con tanta generosità vuole dare agli shafit una vita migliore, anche se questo significa andare contro la sua stessa famiglia.

Ma può una assoluta convinzione trasformarsi in una bugia?


Due viaggi, quello di Nahri e di Ali, che li porteranno a lottare contro nemici diversi e a conoscere meglio sé stessi e le loro origini.


Voglio partire dalla narrazione che è il fulcro del libro e anche quell'elemento che determina se un libro è piaciuto o meno.

Dall'avvio fino alla sua conclusione possiamo notare una storia incalzante e ben scritta, con elementi storici e con un'accurata ricerca circa quelle che sono le diverse ambientazioni e gli usi e costumi tipici di queste popolazioni.

La narrazione non è totalmente scorrevole in quanto al lettore ad ogni capitolo viene fornito un numero cospicuo di informazioni che devono essere elaborate in modo accurato per poter proseguire nella lettura.

La storia è affascinante e molto elaborata per essere il primo libro di una trilogia, che sicuramente ci regalerà ancora delle belle avventure.


Molto particolare anche l'ambientazione, che vede due scenari diversi ma egualmente interessanti: il primo quello egiziano che da avvio al libro nelle calde temperature del Cairo, una terra invasa dalle truppe francesi. Un secondo scenario è quello che ci trasporta nel Medio Oriente, anch'esso descritto dettagliatamente dall'autrice.

Particolare attenzione anche per gli usi e costumi della popolazione e un rimando ulteriore viene garantito dall'utilizzo di parole in lingua.


I personaggi dai nomi sicuramente molto particolari e atipici, vengono descritti in modo dettagliato sia da un punto di vista fisico che caratteriale. Se Nahri appare sin da subito un personaggio forte e molto indipendente, invece la figura di Dara viene scoperta piano piano, soprattutto per quanto riguarda le sue origini e il suo passato per niente facile. Scoprirete dei personaggi molto belli che vi entreranno in un modo o nell'altro nel cuore.


Un merito particolare va all'autrice che fa riferimento a simboli che apparentemente risultano poco importanti, ma che all'interno della narrazione assumono un significato molto forte.

Ricreare una storia intorno a un oggetto di uso comune non solo non è facile, ma a volte può risultare insidioso: in questo caso l'autrice merita un grande applauso nell'essere riuscita nell'intento.


Questa volta voglio parlare, visto che generalmente non mi soffermo su questo fattore, della grafica utilizzata all'interno del romanzo e che ci fa capire quanto questa edizione sia frutto di un lavoro eccelso da parte della casa editrice.

La copertina è spettacolare e riporta la grafica originale dell'edizione del 2017 che dà proprio l'idea di essere immersi in questa ambientazione tra l'Egitto e l'Oriente, con un rimando a quelli che sono i sempre più conosciuti "mandala".

All'interno viene a ripetersi questa ricerca di perfezione già nelle prime pagine riportata dalla riproduzione di una cartina delle zone che vengono inserite all'interno della narrazione; mi è piaciuto anche l'utilizzo, per indicare ogni singolo capitolo, di una riproduzione miniaturizzata dei disegni tipici arabi.


VOTO: 4,5/5


Mi aspetto tantissimo dai restanti libri che costituiscono la trilogia e spero, in futuro, di poter rinnovare i complimenti a questa autrice.

Questo libro va letto, ma non solo: è necessaria una vera e propria interiorizzazione dei personaggi, ambientazioni e, ovviamente, della storia...


E voi siete pronti? Accomodatevi nel tappeto magico insieme a Dara e iniziate il vostro viaggio verso "La città di Ottone"





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