Buonasera lettori, oggi io e icareworld, per la rubrica #traletturaepolitica, affrontiamo un tema di attualità che ha come obiettivo quello di smuovere le coscienze e come sempre ci accompagniamo a una lettura attinente.
Dopo aver affrontato l'argomento del Coronavirus, aver fatto un tuffo nel passato con la Guerra Civile spagnola, oggi vi proponiamo un altro tema non solo odierno ma di grande importanza: stiamo parlando del CAMBIAMENTO CLIMATICO.
Fenomeno di grande attualità, che negli ultimi anni ha movimentato non solo i leader politici di tutto il mondo, ma che ha visto crearsi intorno ad esso vari movimenti, oggi più che mai è uno dei protagonisti della sfera mondiale.
E quale lettura proporre per introdurre questo argomento? Molti di voi al termine "cambiamento climatico" avranno subito individuato la figura di Greta Thunberg nella loro mente, ma in questo caso vogliamo proporre un altro autore che ha affrontato egregiamente questo tema: stiamo parlando di Jonathan Safran Foer e il suo libro "POSSIAMO SALVARE IL MONDO, PRIMA DI CENA" edito Guanda editore.
Se avete curiosità circa il libro di Greta Thunberg "La nostra casa è in fiamme" edito Mondadori vi lascio il link della recensione: clicca qui
Ma, come detto, oggi non abbiamo scelto il libro della Thunberg, giovane attivista circa il problema del cambiamento climatico, ma abbiamo deciso di affrontarlo attraverso un'altra lettura.
TRAMA:
Il tema dell'emergenza climatica affrontato in un libro che ha l'urgenza di un pamphlet e il fascino di un romanzo. Qualcuno si ostina a liquidare i cambiamenti climatici come fake news, ma la gran parte di noi è ben consapevole che se non modifichiamo radicalmente le nostre abitudini l'umanità andrà incontro al rischio dell'estinzione di massa. Lo sappiamo, eppure non riusciamo a crederci. E di conseguenza non riusciamo ad agire. Il problema è che l'emergenza ambientale non è una storia facile da raccontare e, soprattutto, non è una buona storia: non spaventa, non affascina, non coinvolge abbastanza da indurci a cambiare la nostra vita. Per questo rimaniamo indifferenti, o paralizzati: la stessa reazione che suscitò Jan Karsky, il «testimone inascoltato», quando cercò di svelare l'orrore dell'Olocausto e non fu creduto. In tempo di guerra, veniva chiesto ai cittadini di contribuire allo sforzo bellico: ma qual è il confine tra rinuncia e sacrificio, quando in gioco c'è la nostra sopravvivenza, o la sopravvivenza dei nostri figli? E quali sono le rinunce necessarie, adesso, per salvare un mondo ormai trasformato in una immensa fattoria a cielo aperto? Nel suo nuovo libro, Jonathan Safran Foer mette in campo tutte le sue risorse di scrittore per raccontare, con straordinario impatto emotivo, la crisi climatica che è anche «crisi della nostra capacità di credere », mescolando in modo originalissimo storie di famiglia, ricordi personali, episodi biblici, dati scientifici rigorosi e suggestioni futuristiche. Un libro che parte dalla volontà di «convincere degli sconosciuti a fare qualcosa» e termina con un messaggio rivolto ai figli, ai quali ciascun genitore – non solo a parole, ma con le proprie scelte – spera di riuscire a insegnare «la differenza tra correre verso la morte, correre per sfuggire alla morte e correre verso la vita».
L'autore, già conosciuto ai molti per varie opere come "Se niente importa. Perché mangiamo gli animali?" e altri romanzi, all'interno di questo saggio si sofferma su quelli che sono alcuni eventi che hanno condizionato il passato e soprattutto come l'opera dell'uomo abbia determinato un cambiamento fondamentale.
Tutto parte dalla domanda: "Se l'uomo non fosse intervenuto cosa sarebbe accaduto?"
Da questo semplice quesito, Foer analizza il problema del cambiamento climatico.
All'interno del libro, si manifesta quello che è l'obiettivo dell'autore stesso: si vuole smuovere la coscienza dell'uomo circa la problematica ambientale.
E' fondamentale prendere consapevolezza che il cambiamento climatico è un problema odierno da non sottovalutare: ci si deve proiettare al futuro e comprendere la portata della catastrofe che si determinerebbe qualora non avvenisse un cambiamento.
Sorge spontanea una domanda: "Fino a che punto sottovalutare il problema climatico?". Lo stesso Foer, all'interno del libro, sostiene che una consapevolezza, né tantomeno un cambiamento, avverrà fin quando la questione climatica non si determinerà nelle persone come problema emotivo. Questo significa che bisogna incoraggiare l'azione e non forzarla e che questa si concretizzerà solo in seguito a un trasporto emotivo che nascerà nell'uomo.
Una lettura interessante che riesce ad affrontare questo argomento in modo totalizzante, paragonandolo ad altri eventi e sollecitando il lettore a mettere in discussione sé stesso e il suo comportamento.
Perché attendere che gli altri cambino se in primis non si è pronti a rinunciare alle proprie comodità e alle proprie abitudini? La risposta è semplice: il cambiamento deve partire da noi stessi, modificare le nostre abitudini potrà sembrare arduo ma è di notevole importanza, non solo per noi, ma soprattutto per le generazioni future.
Come dice lo stesso Foer all'inizio del libro: "Nessuno se non noi distruggerà la terra e nessuno se non noi la salverà... Noi siamo il diluvio, noi siamo l'arca". Noi siamo il problema, ma al contempo possiamo essere la soluzione.
Vogliamo assolutamente consigliare questa lettura che sicuramente potrà concedere al lettore tutti gli elementi utili al fine di comprendere la portata di questo problema.
A livello di scrittura, possiamo assicurarvi che non vi annoierete e che l'autore è stato in gamba a rendere questo libro molto coinvolgente, con una narrazione scorrevole.
Vi lasciamo con una citazione del grande Mahatma Gandhi: "Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" e non può essere frase più azzeccata.
la_stanza_dei_libri & icareworld
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