top of page
Cerca
lastanzadeilibri

#undolcelunedi...di martedì: LA FELICITA' NON VA INTERROTTA

Buonasera miei cari amanti della lettura, come state? Lo so, lo so avrei dovuto pubblicare questo articolo ieri, ma ahimè sono stata interrotta e non sono più riuscita a liberarmi...ma come si dice meglio tardi che mai? E quindi oggi, anche se in ritardo di un giorno, vi presento la mia lettura e il dolce che ho scelto per accompagnarlo. Allora partiamo subito!


Questo fine settimana, con il rumore della pioggia in sottofondo, mi sono dedicata alla lettura di un romanzo che mi ha portato in luoghi lontani, sconosciuti ai più, e a conoscere due giovani ragazze, Anna ed Elena, che si racconteranno all'interno del libro "LA FELICITA' NON VA INTERROTTA" scritto dalla talentosa Anna Bardazzi ed edito Salani, per la sezione "Le stanze". Come sapete #undolcelunedi significa anche una nuova ricetta! Non potevo non approfittare della raccolta delle fragole e, quindi, vi propongo un dolce che tutti voi sicuramente avete mangiato, o preparato, almeno una volta nella vostra vita. Di quale dolce si tratta? Un goloso e semplicissimo "ROTOLO ALLE FRAGOLE". D'altronde i dolci più semplici sono anche quelli più buoni, non trovate? Come sempre, però, prima partiamo dalla lettura di oggi... § Ringrazio la casa editrice per avermi concesso la lettura di questo libro e ci tengo a precisare che la mia opinione in merito prescinde dalla collaborazione § Titolo: La felicità non va interrotta

Autore: Anna Bardazzi

Editore: Salani

Pagine: 272

Genere: narrativa

TRAMA Quando si incontrano per la prima volta, Lena è appena scesa da un aereo ed è una delle migliaia di minori bielorussi mandati in Italia a disintossicarsi dalle radiazioni di Chernobyl; Anna la sta aspettando con i suoi genitori, pronti a ospitarla per un mese, e ha un po’ paura che questa bambina biondissima sia venuta a rubarle l’amore della sua famiglia o, peggio, i suoi giochi. Ma a entrambe basta un niente per superare la diffidenza e scoprirsi legate da un affetto indissolubile che le renderà ‘sorelle per sempre’, anche quando saranno lontane. Vent’anni dopo sono di nuovo in un aeroporto, stavolta a Minsk. Anna ha studiato Scienze politiche e sacrificato molto di sé per inseguire un sogno: combattere la dittatura che opprime la Bielorussia e salvare l’amica. Ma anche se Lena è cresciuta tra mille difficoltà – la madre scomparsa, un fratellino disabile, una figlia da crescere da sola – il ruolo della vittima, dell’essere indifeso, proprio non fa per lei. Entrambe, a modo loro, sono due guerriere. Quando si riabbracciano, un’occhiata e tre parole pronunciate a fior di labbra sono sufficienti per capire che tutto sta per cambiare radicalmente. E che forse, prima di pensare agli altri, dovranno imparare a prendersi cura di loro stesse. Alternando le voci delle due protagoniste, Anna Bardazzi racconta il destino comune a tante donne che in ogni luogo devono lottare per una vita migliore. E mostra come, anche nel grigiore apparente di alcune storie, possa sempre brillare la luce della felicità, di relazioni nate per caso e coltivate nonostante le distanze, non solo geografiche.


RECENSIONE: era un estate di tanti anni fa, quando un'amica di mia zia venne con noi al mare e con lei c'era questa ragazzina dai capelli lunghi e biondi, con cui comunicai semplicemente come fanno i bambini, attraverso sorrisi e il semplice giocare. Io non capivo la sua lingua e lo stesso avveniva per lei, totalmente ignara delle mie parole e del loro significato. Eppure questo non ci ha impedito di giocare e di condividere quel momento, che ancora oggi è nella mia memoria. Non ho più rivisto quella bambina, non mi ricordo neanche più il nome, ma solo anni dopo, crescendo, ho capito il motivo per cui era arrivata in Italia e perché per lei tutto sembrasse così nuovo. Era una bambina bielorussa, ospitata in Italia per potersi allontanare da un luogo troppo contaminato dalle radiazioni, e che le permettesse di vivere un'esperienza nuova, che probabilmente senza questo progetto non avrebbe mai potuto provare. Oggi, dalle parole di mia zia, so che si è sposata e che ha avuto dei figli e leggendo questo romanzo ho potuto ricordare quell'incontro di tanti anni fa...


Entrambe avevano sette anni, quando nel 1996, si sono incontrate per la prima volta: Anna, italiana e figlia unica, amata dai genitori; dall'altra parte, Lena, bielorussa, povera, abbandonata dai suoi genitori, accudita da sua nonna ma obbligata a vivere con un fratello violento e con un fratello di cui deve prendersi cura in quanto disabile.

Diverse tra loro, incapaci di comunicare, ma con la voglia di essere qualcosa di più: un mese era bastato loro per poter diventare l'una parte dell'altra e per stringere un legame che le rendesse sorelle.


Dopo anni trascorsi lontane Anna e Lena non si sono dimenticate l'una dell'altra e il loro legame è diventato talmente forte da renderle adolescenti insieme e poi, finalmente, donne. Anna ha conosciuto i luoghi di origine di Lena e ha potuto vedere con i suoi occhi quel posto lontano che le ha regalato, tempo fa, una sorella. Ma dopo tanti anni Lena dovrà fare i conti con i pericoli dati dalla sua terra e Anna sarà lì a stringerle la mano, a combattere con lei e a ricordarle che ci sarà sempre, che quell'incontro di oltre venti anni prima le ha regalato qualcosa di inestimabile.


Ancora una volta mi sento onorata di aver potuto leggere una storia che mi ha fatto emozionare e non poco. Le parole dell'autrice, sin dal principio, mi hanno fatto vivere delle sensazioni bellissime che mi hanno letteralmente trasportata in luoghi lontani, si ancora oggi pericolosi per la salute, ma ricchi di tradizione e di quella lingua che risuona all'interno del romanzo stesso.

Sono queste le storie che amo leggere e che mi permettono di conoscere, sempre più a fondo, l'animo umano e capire che esistono ancora persone che sono pronte ad aprile il loro cuore e tenere da parte sé stessi per concedersi agli altri.


La storia di Anna e Lena è semplice, ma racchiude al suo interno un messaggio bellissimo che sono sicura, qualora leggiate il romanzo, condividerete con me: l'amore non conosce barriere territoriali, può nascere da un giorno all'altro e non viene limitato dalla lingua, perché due cuori sanno bene come comunicare tra loro.

Il rapporto di queste due bambine, adolescenti e, poi, diventate donne è fatto di giochi, all'inizio, di scelte e, poi, di consapevolezza e confessioni. Scritto a due voci, quella di Lena e quella di Anna, entrambe confesseranno ai lettori ciò che in tanti anni hanno vissuto l'una con l'altra, le paure, le loro colpe e i momenti di felicità condivisa.


Ma chi sono queste due ragazze tanto diverse tra loro?


Anna una giovane donna in carriera, ha scelto di vivere la sua vita in piena libertà, senza legami sentimentali, se non quello che da anni condivide con Lena, la sua migliore amica, sua sorella. Innamorata da sempre di Igor, ma incapace di chiedergli di amarla totalmente, Anna si accontenta di fughe d'amore nei luoghi che ormai sente come casa. Il suo amore per la Bielorussia ha condizionato tutta la sua vita, compresi gli studi, che l'hanno portata ad avere un sogno: rendere democratico uno Stato che non lo è.

Elena, invece, è riuscita a portare a termine quelli che erano i suoi obiettivi: essere madre e diventare un procuratore. La sua vita dal viaggio in Italia nel 1996 è completamente cambiata, le ha regalato una nuova famiglia, una sorella che è la sua forza e che le ha fatto arginare le mancanze che ha avuto durante la sua infanzia. Ma è voluta tornare nella sua terra, a casa sua con la sua famiglia.


Quasi fino alla conclusione del romanzo ero convinta che questa fosse una storia vera, ma mi sbagliavo. Ammetto che questo un pò mi ha deluso perché avrei tanto voluto che Anna e Lena fossero veramente legate da un sentimento così profondo, un amore che va oltre la semplice definizione che si può dare a questo sentimento. Dall'altra parte, l'autrice è stata veramente bravissima, perché è riuscita a descrivere un sentimento così autentico che probabilmente mi fa sperare che da qualche parte nel mondo c'è un legame come quello delle due protagoniste. La descrizione del rapporto tra le due ragazze è capace di far sentire il lettore anche lui parte di questo legame, come se fosse lì con loro a condividere le loro gioie, i loro timori, il loro amore.


Ma un altro merito dell'autrice che voglio sottolineare è quello di essere stata capace di farci conoscere la storia di Chernobyl senza parlarne apertamente. Voi vi chiederete cosa significhi questa mia affermazione: Anna e Lena ci raccontano di loro, ma senza dimenticare che sono state legate per la vita da un'esperienza, quale il progetto dei bambini di Chernobyl, fondato su una delle più terribili tragedie del 1900, che ha determinato delle conseguenze devastanti per la popolazione. Tutto questo viene racchiuso all'interno del romanzo, senza però rendere la storia pesante, ma coadiuvata dalla descrizione del territorio e da una documentazione, quella dell'autrice, che è ben presente.


Non vi svelerò, ovviamente, il finale, ma vi voglio consigliare di munirvi di fazzoletti, perché alla conclusione del romanzo piangere sarà inevitabile. Ogni parola scritta dall'autrice fa riflettere su quanto sia forte l'amore che si può provare l'uno verso l'altro e quanto ognuno di noi, indipendentemente dal colore della pelle, dalla nazionalità, dal sesso, dalla lingua parlata non sia poi così diverso.

Anna e Lena mi hanno insegnato che, si è importante il luogo in cui si vive, che un Paese concede più possibilità rispetto a un altro, ma che la forza, il coraggio e la determinazione possono portarti lontano...


VOTO: 4,5/5


Sono stata trasportata nella vita di queste due ragazze ed è stato bello conoscerle, come se avessi potuto rivedere in Lena quella bambina con i capelli biondi che tanti anni fa ha condiviso con me quella giornata al mare. Non posso che consigliare questo romanzo a chiunque vuole provare la sensazione di sentirsi spettatore di una bella storia, di un racconto emozionante che trasporta in altri luoghi, che forse non vedremo mai, ma che sappiamo esistere.


Ma ora, come di consueto, veniamo al dolce. Se c'è un frutto che amo in questa stagione sono proprio le fragole e quando mi viene in mente un dolce non posso che pensare alla coppia fragole-panna e subito si proiettano nella mia mente un connubio di dessert dai più semplici ai più complessi. Oggi ho scelto per voi, e anche per me, la semplicità e quindi eccovi il "ROTOLO ALLE FRAGOLE", una vera e propria delizia a cui non saprete resistere.


Oggi, però, vi lascio la ricetta di Giallo Zafferano della pasta biscotto che potrete farcire come meglio credere: frutta, panna, crema, crema al mascarpone e chi ne ha più ne metta. Credo che sia una ricetta versatile che possa adattarsi a qualsiasi farcia e a qualsiasi gusto. Quindi cosa aspettate?


LINK RICETTA: clicca qui

CONSIGLI: - io ho aggiunto, insieme alla farina, mezzo cucchiaino di lievito da setacciare insieme alla farina; - attenzione alla cottura! Non fatevi ingannare dalla superficie dorata, perché l'impasto potrebbe essere crudo all'interno. Come scoprirlo? Utilizzate il metodo dello stecchino, in particolare al centro.


- io ho farcito con panna e fragole. Le fragole, alcune ore prima, le ho messe a macerare con un cucchiaio e mezzo di zucchero e metà limone spremuto. Se ritenete di dover inzuppare la superficie della pasta biscotto allora utilizzate il succo ricavato dalle fragole macerate.


- la parte più difficile è girare il rotolo su sé stesso: per questo è necessario calibrare la farcia inserita all'interno, ma soprattutto non avere fretta.


E ora non vi resta che decidere: leggerete prima il libro o preparerete la torta? Io ho optato per un mix e mi hanno coccolato entrambi allo stesso modo.



63 visualizzazioni1 commento

Post recenti

Mostra tutti

1 Comment


fuyukochan84
fuyukochan84
Apr 20, 2021

Sicuramente proverò a fare il rotolo alle fragole perché le adoro pur essendo allergica

Like
Post: Blog2 Post
bottom of page