Buonasera miei dolci lettori, come state? Come state vivendo questi giorni? Io sto bene e spero, come tutti voi, che questo capitolo della nostra storia sia ben presto un brutto ricordo. Oggi, però, non voglio tediarvi con i miei pensieri ma voglio subito parlarvi di una lettura che ho fatto tempo fa e di cui voglio rendere partecipi anche voi.
Alcuni anni fa, e questo episodio mi è rimasto particolarmente impresso nella mente, mi accingevo a preparare un esame universitario, precisamente diritto canonico e nel contempo stavo leggendo questo libro di cui ora vi parlerò. Voi vi chiederete "e quindi?", ora vi spiego. A un certo punto dello studio emerge una similitudine tra i due testi e mi ha incuriosito un particolare di cui non ero a conoscenza: durante la Seconda Guerra Mondiale gli ebrei vennero aiutati dai musulmani e questi ultimi rischiarono la loro vita per poter mettere in salvo più persone possibile.
Per questo motivo e per molti altri questo romanzo mi è rimasto nel cuore e oggi, a distanza di anni, voglio parlarvene e cercare di trasmettere a tutti voi le stesse emozioni che ho provato quando ho letto questo libro.
Lo voglio accompagnare a un dolce che molti di voi conoscono e che accompagnato da un buon caffè può garantirvi un dolce risveglio...
Titolo: Finché le stelle saranno in cielo
Autore: Kristin Harmel
Editore: Garzanti
Pagine: 363
Genere: Narrazione
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TRAMA:
Da sempre Rose, nell'attimo che precede la sera, alza lo sguardo a cercare la prima stella del crepuscolo. È quella stella, anche ora che la sua memoria sta svanendo, a permetterle di ricordare chi è e da dove viene. La riporta alle sue vere radici, ai suoi diciassette anni, in una pasticceria sulla rive della Senna. Il suo è un passato che nessuno conosce, nemmeno l'amatissima nipote Hope. Ma adesso per Rose, prima che sia troppo tardi, è venuto il tempo di dar voce a un ultimo desiderio: ritrovare la sua vera famiglia, a Parigi. E, dopo settanta lunghi anni, di mantenere una promessa. Rose affida questo compito alla giovane Hope, che non ha nulla in mano se non un elenco di nomi e una ricetta: quella dei dolci dal sapore unico e inconfondibile che da anni prepara nella pasticceria che ha ereditato da Rose a Cape Cod. Ma prima di affidarle la sua memoria e la sua promessa, Rose lascia a Hope qualcosa di inatteso confessandole le proprie origini: non è cattolica, come credeva la nipote, ma ebrea. Ed è sopravvissuta all'Olocausto. Hope è sconvolta ma determinata: conosceva l'Olocausto solo attraverso i libri, e mai avrebbe pensato che sua nonna fosse una delle vittime scampate all'eccidio. Per questo, per dare un senso anche al proprio passato, Hope parte per Parigi. Perché è nei vicoli tra Place des Vosges, la sinagoga e la moschea che è nata la promessa di Rose, una promessa che avrà vita finché le stelle saranno in cielo.
RECENSIONE:
questa, come già detto, non è una lettura recente ma volevo parlarvi di questo libro perché credo che in questi giorni tutti noi abbiamo bisogno di leggere e immergerci in storie che ci diano la speranza e che ci facciano vivere delle belle emozioni. Non a caso il nome della protagonista è proprio Hope....
Hope ha ereditato dalla nonna l'arte della pasticceria e ogni giorno si cimenta nella realizzazione di ricette di cui sa poco, ma che ha la sensazione arrivino da molto lontano. Sua nonna, Rose, è uno scrigno di segreti e non le ha mai raccontato molto della sua vita, come se il solo ricordare fosse un viaggio a ritroso troppo doloroso da affrontare.
Inizierà, così, per Hope un percorso che la porterà a conoscere realmente sua nonna e il periodo più brutto che lei ha vissuto: la Seconda Guerra Mondiale, ove Rose ha perduto molto di più che la sua spensieratezza...
Un romanzo che in molti, leggendo le recensioni, hanno considerato semplice, quasi banale, ma che a parer mio racchiude un messaggio importante che va oltre il periodo storico, descritto da molteplici autori, affrontato nelle sue pagine.
All'interno di questo libro emerge un senso di speranza che forse, come accade alla protagonista del romanzo, tende ad affievolirsi man mano che il tempo trascorre...ma come si suol dire la speranza è l'ultima a morire.
Sono convinta che non tutti i libri che trattano un argomento così forte, come quello dell'Olocausto, debbano per forza raccontare una storia vera, dolorosa che ha un epilogo straziante; talvolta, credo, sia necessario anche dare un pò di pace ai protagonisti della storia.
Questo libro dà la possibilità a due generazioni diverse, nonna e nipote, di ritrovarsi in un percorso di memoria che le unirà ancora di più.
Il fatto che sia un romanzo che non ha la struttura e argomentazione tipica del romanzo storico non mi ha per niente disturbata, anzi; ho apprezzato che l'autrice abbia scritto una storia che intrecci la fantasia alla realtà e che sia riuscita a emozionarmi e a farmi sentire, alla sua conclusione, in pace.
VOTO:3,5/5
Io e Hope, ed è anche per questo che ho scelto di proporvi questo romanzo oggi in associazione al dolce della settimana, abbiamo in comune la passione per la pasticceria e sono rimasta piacevolmente stupita dal fatto che l'autrice abbia inserito delle ricette all'interno della sua opera.
Quindi si può notare non solo una grande ricerca storica ma anche in campo culinario: approvato!!!
Ora, come sempre, vi lascio alla ricetta della settimana che, vi anticipo, non è stata presa dal libro e che proviene dal ricettario della mia mamma, che ha anche lei amato questo libro.
Il ciambellone non è proprio il dolce più buono né tantomeno il più soddisfacente da fare per chi ama creare dolci come me.
Ma è un dolce semplice che se fatto bene può dare grandi soddisfazioni e permettere di iniziare bene la giornata: magari inzuppato nel caffè.
Io vi ho dato la ricetta, correte in cucina e che ciambellone sia!!!
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