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VA TUTTO BENE, SIGNOR FIELD di Katharine Kilalea

Aggiornamento: 31 ago 2020

Buon pomeriggio miei lettori, come è stato il rientro dalle vacanze? Io ho ripreso in mano i manuali di diritto e si parte con una nuova sessione universitaria.... Il mio entusiasmo è pari a zero!!! Oggi però voglio parlarvi di un libro uscito pochi giorni fa per la Fazi Editore, che ringrazio per avermi fornito la copia digitale; sto parlando di "VA TUTTO BENE, SIGNOR FIELD" che segna l'esordio dell'autrice di Katharine Kilalea.


Si tratta di un libro che io stessa nelle stories di Instagram, chi mi segue lo sa, ho etichettato come inusuale e inaspettato: vi posso assicurare che è un romanzo che può suscitare nel lettore diverse sensazioni, più o meno profonde.

Ma prima di addentrarci nella mia recensione, ove vi esprimerò in primis le sensazioni e le molteplici interpretazioni che ho ricavato dalla lettura di questo romanzo, vi lascio alle consuete informazioni sul libro.


Titolo: Va tutto bene, signor Field

Autore: Katharine Kilalea

Editore: Fazi Editore

Pagine: 162

Genere: narrativa

TRAMA

Il signor Field è un pianista e concertista alla deriva, la cui carriera subisce una definitiva battuta d’arresto dopo un incidente in treno. Con i soldi del risarcimento, si trasferisce a Città del Capo, in una casa costruita dall’architetto Jan Kallenbach come una replica di Villa Savoye di Le Corbusier, dove lo raggiunge anche la moglie Mim. Il signor Field è un uomo triste e rassegnato, che vive in uno stato di sonnolenza perenne e di straniamento dalla realtà che lo circonda. È un uomo in decadenza e svuotato, ma attraverso le sue riflessioni, e facendo un bilancio di ciò che non va bene nella sua vita, comincia a “fare qualcosa”: mentre manda in frantumi il vetro della grande finestra di casa sua, cerca di ricomporre i pezzi della propria identità iniziando un dialogo silenzioso e fittizio con Hannah Kallenbach, la vedova dell’architetto, per la quale sviluppa a poco a poco una vera e propria mania: la segue, si apposta sotto la sua finestra, la spia nella sua vita privata e nelle strane conversazioni con un uomo misterioso. Finché, ormai stanco di essere triste, capisce finalmente di dover riprendere a vivere… che sia nella realtà o nel suo mondo onirico non importa.

Va tutto bene, signor Field, un romanzo delicato e profondo lodato all’unanimità dalla critica per la notevole qualità della sua prosa, è l’impressionante esordio della giovane sudafricana Katharine Kilalea.


RECENSIONE:

sono convinta che tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo trovati in un momento di difficoltà e ci siamo domandati: "Cosa posso fare?", come si può dare una svolta alla propria vita e come l'insoddisfazione può trasformarsi in un successo? Prendere in mano la propria vita, determinare un cambiamento non è semplice, ma a volte è inevitabile, è quasi di vitale importanza.


Il signor Field, talentoso pianista, in seguito a un incidente durante un viaggio in treno, si ritrova a dover affrontare le conseguenze che una frattura alla mano comporta alla sua carriera. Il suo amore per la musica si trasforma ben presto in un rifiuto che lo conduce a chiudersi in sé stesso e a dover affrontare quella condizione che è riconducibile alla depressione.

Il suo rifugio diviene una casa, chiamata Villa Savoye, che si trova a Città del Capo: si può provare un sentimento di familiarità, pace e ammirazione nei confronti di una casa? Questo è quello che prova il signor Field, che trasforma questa villa nella sua fonte di rinascita e che riscopre sé stesso attraverso un colloquio mentale con la vedova dell'architetto che l'ha progettata, la signora Kallenbach.


Un romanzo che può essere paragonato a una scala. ove scalino dopo scalino si ha il passaggio dall'oscurità tipica dello stato depressivo a una luce, sinonimo di rinascita.


Questo romanzo nasconde al suo interno una storia profonda che si legge parola dopo parola, che arriva dritta al cuore e che porta a un inevitabile riflessione. La narrazione oscilla continuamente in nuove prospettive che vengono presentate dal narratore e poste a conoscenza del lettore: in un primo momento il racconto sembra confusionario e io in primis mi sono ritrovata a pormi molti quesiti che hanno avuto una risposta solo in seguito alla conclusione del romanzo.

L'autrice ci pone davanti al pensiero del narratore, ai suoi stati d'animo che risultano in continuo mutamento, prerogativa di quella che è la condizione di chi vive una malattia quale la depressione.


La storia all'apparenza sembra lenta, ma io sinceramente l'ho trovata molto scorrevole e la scelta dell'autrice, conosciuta già in ambito letterario come poetessa, di una prosa delicata e per niente scontata, ha reso la storia di impatto, senza sfociare in un monologo appesantito dalla tematica su cui si focalizza: la depressione di cui è affetto il protagonista.


L'ambientazione è forte, descritta in modo preciso e quasi dedita a voler sottolineare, attraverso le parole del narratore, ogni aspetto: l'autrice osserva e descrive al lettore tutte le sensazioni percepite dal signor Field, quasi come se lo scopo del romanzo fosse quello di focalizzare tutti gli eventi e gli status d'animo e farne destinatario il lettore.


Per quanto concerne l'aspetto dei personaggi, vi è da dire che il solo e unico protagonista è il signor Field che si fa non solo colonna portante della storia, ma anche narratore. Egli racconta la sua storia e lo fa sottolineando quegli aspetti che apparentemente possono essere di poca importanza, ma che invece aiutato il lettore a immergersi in questo viaggio introspettivo.


VOTO: 3,5/5


Un romanzo introspettivo che non lascia il lettore indifferente. Consiglio questo romanzo a tutti coloro che non si soffermano sul contorno di una storia, ma che hanno voglia di leggerne i particolari e mettere in discussione le proprie scelte attraverso i racconti altrui.


Non è un classico romanzo e potrebbe non entusiasmarvi a primo impatto, potreste trovarlo lento e, come già detto, inusuale, ma io credo che valga la pena andare fino in fondo nella lettura e superare gli ostacoli iniziali.

Un esordio, quello dell'autrice, che sicuramente non passerà inosservato.




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